Ti accorgi di come alimenti la tua sofferenza?

Quante volte ti senti in colpa perché non provi i sentimenti che vorresti?

Forse leggendo testi religiosi o riguardanti la crescita personale o frequentando corsi ispirati ad una filosofia olistica hai capito che dovresti essere grato per poter vivere nella bellezza e nell’abbondanza. Oppure dovresti provare fiducia negli altri perché se non vivi in questo stato d’animo “attirerai” situazioni in cui la tua sensazione di sfiducia sarà confermata.

Magari ti è stato detto che la felicità è una scelta, quindi ti sforzi di sorridere anche se dentro al cuore percepisci un’ oppressione che potresti chiamare tristezza e che ti fa sentire sbagliato.

Forse non riesci a provare tenerezza ed un sentimento di amore con le persone che hai intorno se non in momenti isolati e molto piacevoli. Una reazione abbastanza comune rispetto a questo “non sentire” è forzare quello stato d’animo e quindi obbligarti a sentire gratitudine, ad essere felice, oppure a provare tenerezza amorevole o essere buono e perdonare ma poi ti rendi conto che questo sforzo non funziona ma produce in te ulteriore frustrazione, senso di colpa e uno stato emotivo contrario a quello che desideri.

È possibile che questo sforzarti di vivere uno stato d’animo ”positivo”tu lo abbia appreso dalle persone con le quali sei cresciuto. Magari i tuoi genitori si costringevano ad essere allegri, positivi, spensierati, grati ma tu percepivi in loro tristezza, risentimento, lontananza o comunque stati emotivi diversi da quelli che sembravano voler manifestare. Naturalmente non avevano colpa di questo atteggiamento che anche loro avevano appreso dai loro genitori o in ambienti religiosi o nella società in genere ma è comprensibile che questo loro modo di vivere i propri sentimenti ti abbia fatto provare confusione e un malessere di fondo. Nella mia esperienza personale e nel mio lavoro di accompagnamento delle persone ad esplorare il proprio mondo emotivo, mi sono accorto che la nostra natura è quella di essere in uno stato profondo di felicità, di gratitudine, piacere di dare e ricevere il contatto come anche una fiducia di fondo e… naturalmente questo vale anche per te. Se questi stati emotivi non sono la tua normale esperienza emotiva non è certo una tua colpa, mancanza o incapacità ma la conseguenza di tuoi vissuti dolorosi che non hai potuto vivere fino in fondo con tutto il carico di dolore, rabbia e molte altre emozioni che hai dovuto congelare in una parte di te che è nascosta alla tua coscienza.


Il lavoro personale che ti propongo, in sessioni individuali e/o in esperienze di gruppo di vario genere, ti offre l’opportunità di rivivere quelle esperienze dolorose così da poter, con il tempo, lasciar libere le emozioni che hai dovuto bloccare.

Ricorda: non sei sbagliato o sbagliata ma semplicemente ferito o ferita. 

  • Marco Meini


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