La guerra civile dentro di noi

Gli eventi vissuti dai membri del sistema famigliare ci influenzano in modo importante ma inconscio e quello che stiamo attraversando in questi giorni sembra proprio riaccendere antichi dolori e traumi.

Probabilmente sei a conoscenza che in Italia abbiamo vissuto una guerra civile che non è mai stata riconosciuta, anzi, in parte è ancora seppellita nell’inconscio collettivo.

In effetti l’inconscio collettivo sembra “funzionare” proprio come quello personale e cioè è il magazzino dei traumi impossibili da elaborare al momento: quando il dolore che provo in una circostanza è troppo forte per la mia capacità di accoglierlo, viverlo e quindi elaborarlo, non posso far altro che seppellirlo nell’inconscio.

Questo mi permette di sopravvivere ma la cosa ha un costo nella mia vita in termini di energia vitale, di impossibilità a vivere uno stato di serenità di fondo, di sintomi fisici che “parlano di quel dolore rimosso” e, per finire, mi ritroverò senza capire come, a vivere e rivivere situazioni dolorose che hanno un sapore simile a ciò che ho dovuto subire durante il trauma originale. Perché questa coazione a ripetere? Probabilmente si tratta di un impulso vitale volto a elaborare e integrare l’esperienza dolorosa fatta.

Per il sistema famigliare ma forse anche per i traumi sepolti nell’inconscio collettivo funziona nello stesso modo. Parlavo della guerra civile scoppiata dopo la seconda guerra mondiale; cosa è accaduto? C’è stato un vuoto del potere centrale e la violenza tra comunisti e fascisti è esplosa in regolamenti di conti, rabbia, omicidi, stupri e molto altro. Tanto dolore che è rimasto e che ha diviso e divide tutt’ora il nostro popolo e questo dolore vissuto dai nostri nonni non è stato realmente accolto ma è rimasto nella nostra storia, nei nostri geni ( o per dir meglio nelle informazioni della nostra epigenetica ).

Siamo tutti condizionati da questa storia non digerita, pensa a cosa provi di pancia e quindi nella parte più istintiva per i tedeschi oppure per i partigiani o i comunisti.

Magari razionalmente non ha senso quello che stai provando ma è scritto nella storia delle nostre famiglie. Penso a chi ha vissuto la rabbia e l’ingiustizia di essere derubato di tutto magari dai tedeschi che se ne andavano dall’Italia, cosa prova adesso nei loro confronti chi viene dopo e cioè i discendenti?

Oppure il nipote di un nonno che era fascista e che ha commesso degli atti violenti ma che poi è stato sommariamente ucciso dai partigiani, adesso ne porta addosso la colpa e anche la rabbia e magari questa colpa sepolta nell’inconscio non gli permette di avere una vita abbastanza soddisfacente in quanto si ritrova in circostanze in cui tutto sembra crollare periodicamente e allo stesso tempo vive in uno stato di rabbia in cui si sente trattato ingiustamente senza sapere bene neanche perché.

Come se ne esce? Ovviamente portando fuori questi segreti, indagando nella storia della propria famiglia e permettendosi di far affiorare nelle proprie emozioni il dolore che è dovuto esser sepolto. Il lavoro di costellazioni famigliari che porto avanti da anni serve a questo scopo e in questo periodo mi risulta evidente come e quanto questa sofferenza sia ancora sepolta nel nostro inconscio ed esce fuori nella separazione delle persone che fanno la spia tra loro o lottano verbalmente divise in schieramenti oppure vivono una terribile paura di morire o perdere i loro cari proprio come è accaduto a chi è venuto prima di loro.

In fondo stiamo assistendo ad un’elaborazione profonda del nostro inconscio collettivo, è commovente e anche doloroso vivere e assistere a cosa stiamo attraversando, o forse dovrei dire riattraversando.

Da parte mia, oltre a permettermi di far affiorare le emozioni rimaste sepolte nella storia di chi è venuto prima di me, non vedo l’ora di poter riprendere a lavorare con i gruppi di costellazioni “approfittando” del materiale emotivo accumulato in questi mesi.

  • Marco Meini
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