Perchè picchiare un adulto viene considerata una tortura, mentre picchiare un bambino passa per misura educativa?

Picchiare un adulto viene considerata una tortura, mentre picchiare un bambino passa per misura educativa.
Non basterebbe già questo semplice fatto a evidenziare in modo chiaro e inequivocabile la presenza di un danno cerebrale nella maggioranza della gente, di una “lesione”, di un’enorme falla, là dove si dovrebbe trovare empatia, in special modo verso i bambini?”…

“Ma mi sono dovuta chiedere cosa succede nel cervello di un bambino che a quell’età (18 mesi e cioè quando la maggioranza delle mamme comincia a educare anche con scappellotti, sculacciate e peggio) riceve degli scappellotti?
Anche se essi non producono forti dolori fisici (come perlomeno noi, oggi ancora, supponiamo ), il bambino comunque registra di essere stato aggredito, in particolare dalla persona che doveva proteggerlo dagli attacchi di persone estranee.

Nel cervello non ancora completamente formato di quel bambino nascerà una confusione insanabile; lui dovrà chiedersi: mia madre è quella che mi protegge dai pericoli, o è lei stessa un pericolo? È ovvio che un lattante non può darsi una risposta a questa domanda. Sceglie di adattarsi registrando la violenza come un fatto normale e imparandola. Quel che resta è paura, sfiducia e negazione del dolore.

Da “Riprendersi la vita” di Alice Miller

– Marco Meini

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